L’ingegnere del Porto di Trieste

All’appuntamento di Suez, Trieste si presenta priva di un porto all’altezza dei tempi che richiedono ampie banchine con allacciamenti ferroviari. È un francese, l’ingegner Paulin Talabot, giunto a Trieste per la questione del Canale, a proporre la realizzazione di quello che sarà conosciuto come il «porto nuovo», costruito sul modello di Marsiglia.

L’idea di progettare e costruire un polo portuale moderno si fa strada nella Trieste dei primi decenni dell’Ottocento sulla spinta della crescente libera concorrenza che favorisce gli scali del nord Europa dotati di impianti ed attrezzature più moderne nonché di efficienti infrastrutture. Per stare al passo con i tempi i gruppi d’interesse economici e finanziari triestini premono per la trasformazione dello scalo giuliano da emporio a punto di transito delle merci.

La costruzione della Ferrovia meridionale (1857), che collega Trieste a Vienna, e dei primi magazzini ferroviari nei pressi della darsena della Stazione, rappresentano il primo e fondamentale passo verso la modernizzazione del sistema Città-Porto. Nel 1863, infatti, il governo di Vienna bandisce un concorso per la costruzione del nuovo Porto di Trieste e, due anni dopo, il 27 gennaio 1865 sceglie il progetto dell’ingegner Talabot che prevede l’interramento del vecchio bacino a fianco della ferrovia e l’ampliamento degli impianti ferroviari.

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