Casa delle Bisse

Una lapide all’ingresso della Casa delle Bisse in via san Lazzaro 15 ricorda la data di costruzione (1771, arch. Giovanni Bubolini) e narra come, in un momento di grande carestia d’acqua, si fosse ultimata la costruzione usando anche l’aceto. Il nome dell’edificio deriva dal gruppo allegorico che fa parte del complesso ornamentale centrale: un portale, dall’ampia arcata, ha ai lati due pilastri che si elevano fino alle mensole del poggiolo barocco: tre aquile (Austria, Prussia e Russia) scendono a bloccare e dilaniare un serpente (Napoleone) che si protende a ingoiare una palla appesa a un filo (le sue ambizioni di predominio sul mondo). Allegoria posta dal proprietario quando i Francesi, dopo aspra resistenza, furono cacciati dal Castello di Trieste (1813). Nell’infuriare del bombardamento tra mare e monte, una palla aveva colpito l’edificio: è conservata, infissa all’ingresso, con la scritta «hoc me ornamento Galli affecerunt MDCCCIX».

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