Sanità nelle Province Illiriche

Con la pace di Presburgo, firmata il 26 dicembre 1805 da Napoleone Bonaparte e Francesco I d'Austria, il Veneto, Gorizia, l'enclave di Monfalcone, l'Istria, la Dalmazia e Cattaro sono cedute dall'Austria al Regno d'Italia napoleonico. 

Per il governo francese è quasi naturale introdurre un sistema di tutela e prevenzione in settori quali la difesa sanitaria e la prevenzione dai contagi provenienti da terra e mare. Una grande rivoluzione sono i decreti napoleonici del 17 giugno e 7 dicembre 1807 per la separazione della pratica sanitaria da quella assistenziale, che trasformano gli ospedali in istituzioni laiche e pubbliche che si sostituiscono al medievale Hotel de Dieu gestito dall’autorità ecclesiastica. 

Un altro decreto napoleonico - dettato dall'esigenza di bloccare in Istria i millantatori che esercitano impunemente la professione (ad esempio Fra Benedetto pratica la chirurgia in base ad un’autorizzazione ricevuta da Roma che avrebbe smarrito poiché “predato col proprio baule da Corsari francesi”) - prevede l’iscrizione degli operatori sanitari negli elenchi compilati dalle Commissioni di sanità, che comprendono medici, chirurghi, flebotomi, ostetriche, venditori a minuto di droghe. Nel 1812 si cerca di regolamentare anche il costo dei farmaci attraverso una Tariffa de’ medicinali in quanto si ritiene assurdo che siano i farmacisti stessi a deciderne il prezzo e “tiranneggiare gl’infelici ch’oltre alla disgrazia delle malattie dovevano essere le vittime dell’avidità e dell’ingordigia”.

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